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Profumi orientali: impariamo a conoscerli
Quali sono le caratteristiche dei profumi orientali? Ve lo raccontiamo in questo articolo.
Sensuali, caldi e misteriosi, i profumi orientali compongono una precisa famiglia olfattiva detta anche “profumi ambrati”. L’origine del nome si deve a una fragranza di Coty lanciata nel 1905, Ambre Antique, che presentava un accordo di note dolci vanigliate e di altre animali, come muschio e ambra grigia, quest’ultima con un odore legnoso simile al tabacco.
Il flacone di Ambre Antique di Coty disegnato dal vetraio René Lalique - credit ph: Instagram@kyyrianda
Qualche anno dopo, e precisamente nel 1912, vide la luce L’Heure Bleue di Guerlain, un’altra storica fragranza ambrata. A ispirarla furono le passeggiate che l’omonimo profumiere (e capostipite della futura gloriosa Maison) conduceva, a Parigi, lungo la Senna. La luce crepuscolare la nebbia facevano divagare la mente verso mondi lontani, come l’Oriente appunto.
Ma bisogna aspettare il 1925 affinché il profumo orientale abbia una sua consacrazione olfattiva, e sempre grazie al maitre a parfeumer Guerlain, che diventò così il vero pioniere del genere.
Nel 1925 creò Shalimar, che in sanscrito significa “reggia dell’amore”. E nel jus evoca i giardini fioriti di una regione del Kashmir in cui l’imperatore indiano Shah Jahan incontrava la sua sposa preferita Mumtaz Mahal. In quei luoghi l’imperatore fece poi costruire uno dei templi più affascinanti al mondo, il Taj Mahal.
Credit ph: Instagram @marcotichau
Shalimar inaugurò la cosiddetta “guerlinade”, un inconfondibile accordo di vaniglia e fava tonka tanto caro alle future creazioni Guerlain. Il flacone ispirato agli stupa buddisti gli valse inoltre il premio come miglior oggetto artistico e decorativo a un’importante esposizione di Parigi del 1925.
Da allora la maison Guerlain è rimasta molto legata alla note orientali che sarebbero state introdotte in molte delle future creazioni (dal celebre Samsara del 1989 fino ai più recenti Instant del 2003 e Mon Guerlain del 2018).
I profumi orientali nella storia
Dalla fine degli anni ’20 e per tutti gli anni ’30 i profumi orientali conobbero un grande successo con le creazioni di Caron e Burjois. Gli slogan e la stampa femminile dell’epoca associavano queste fragranze a donne dal fascino intenso, esotico e inafferrabile. Di qui le loro caratteristiche odorose che rimandano a un mondo lontano e quasi immaginifico.
Dalla metà degli anni ’60 e per tutti i ’70 nei primi i profumi orientali ebbero un altro picco di popolarità, grazie ai movimenti hippy con la loro voglia di guardare all’India e all’Oriente in generale. In particolare l’essenza di patchouli invadeva le strade dell’Europa.
Profumi orientali famosi
Nel 1977 Yves Saint Laurent lancia Opium, in cui i tradizionali sentori orientaleggianti di mirra e incenso si legano ai fiori (gelsomino) e alle spezie (chiodi di garofano). Ecco che il profumo orientale comincia a connotarsi nella sua vena più speziata.
Nel 1985 la maison Dior lancia Poison, destinato a diventare un altro cult degli accordi a base di vaniglia. Il nome stesso suggerisce che il suo profumo è quasi velenoso: è la fragranza della femme fatale, con una bellezza ossessionante e pericolosa.
Le note olfattive dei profumi orientali
Le note più utilizzate dalla famiglia olfattiva orientale sono la vaniglia, l'ambra grigia, il sandalo, il patchouli, le resine di piante dai sentori dolci (labdano e benzoino) e le spezie più profumate (cardamomo, pepe rosa, coriandolo, cannella, chiodo di garofano).
Che cos’è l’ambra grigia? Non va confusa con l’ambra gialla, la resina fossile color miele con cui si realizzano i gioielli. L’ambra usata in profumeria è una materia compatta e grigia che galleggia nel mare dopo essere stata rigettata, naturalmente e senza torture, dai capodogli maschi. Si trova in gran quantità nei mari che bagnano le Indie Orientali, i territori arabi e il Madagascar. Gli antichi avevano scoperto l’odore intenso dell’ambra grigia una volta essiccata. Oggi, pur essendo il capodoglio un animale non in via d’estinzione, l’ambra grigia viene ricreata con varie molecole di sintesi, come l'ambroxan.
Credit ph: Instagram @peatbeachco
Le tipologie di profumi orientali
Quella dei profumi orientali è una famiglia olfattiva piuttosto complessa che può essere strutturata in altre “sotto-famiglie”. In base all’abbinamento che il naso opera con la base di vaniglia possiamo individuare i vari generi della famiglia ambrata. Si distinguono in:
Profumi orientali dolci
Sono quelli in cui la vaniglia e la fava tonka la fanno da padrone. Evocano un mondo sconosciuto, ma grazie al fondo zuccherino restano rassicuranti.
Ecco i più famosi:
Profumi orientali floreali legnosi, chiamati anche “florientali”
Sono quelli caratterizzati da un cuore di essenze fiorite. In genere, sono prediletti fiori voluttuosi come la tuberosa, il gelsomino, l’orchidea. Se nella composizione le note fiorite prevalgono su quelle ambrate, vengono detti profumi semi-orientali.
Profumi ambrati floreali speziati
In questi profumi le spezie profumate tipiche dell’Oriente rendono più frizzante le fragranze.
Profumi orientali gourmand
L’accordo ruota sempre intorno alla vaniglia che viene arricchita di note golose che ti vien voglia di mangiare.
Profumi orientali ambrati femminili
Sono quelli che presentano l’accordo ambrato “classico”, cioè caratterizzato dall’unione, in linea generale, di labdano, benzoino e vanillina.
I profumi orientali maschili
Nei profumi orientali maschili il fondo dolce di vaniglia e ambra viene smorzato dai sentori di legni (in primis cedro e vetiver) e cuoio.
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